del Direttore Artistico

Davide D’Antonio

Di legale in Italia c’è solo l’ora.

Roberto Benigni
Quante volte ti è capitato di vedere qualche “raccomandato” superarti in concorsi, gare o solo nella fila? 
Quante volte ti è capitato di vedere i tuoi colleghi ricevere uno stipendio più alto perché sono uomini?
Quante volte camminando per le strade la tua ruota si è incastrata in uno dei mille marciapiedi mal costruiti? 
Quante volte ti sei commosso di fronte all’immagine di un bambino riverso su una spiaggia? 
In questo periodo in cui tanto si parla di sostenibilità, bisogna in primis controllare che essa corrisponda anche coi principi di giustizia sociale perché è la principale garanzia per costruire un mondo sostenibile.
Ma il nostro mondo è giusto? E soprattutto cosa fai tu per rendere questo mondo giusto?

Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili.” 

Giovanni Falcone
Questa edizione del festival vuole dar voce a tutti gli artisti ed i cittadini che si interrogano su un mondo più equo e più giusto. 
A partire della giovane danzatrice GIULIA IMBERTI che propone una corrosiva fotografia sulla situazione lavorativa dei giovani in Italia o nella luna di DAVIDE IODICE dove “lo scarto” diventa un atto per riappropriarsi della comunità o ancora nel Manifesto (Brandir) della lituana ŜEIKO DANCE COMPANY che costruisce una nazione a partire dalla salvaguardia dei principi di libertà dell’individuo. Pensiero che poi esplode nel brillante lavoro di AGNIETÉ LISIČKINAITĖ Hands up – che spinge gli spettatori ad una azione creativa comune, per passare allo scintillante quanto sensualmente provocatorio lavoro di ALEKSANDER GEROGIEV,  fino alla TEATRO SOTTERRANEO che ci propone una pop-profonda riflessione sulla storia per concludersi con la compagnia dissidente bielorussa SOCIAL THEATRE LAB in coproduzione col teatro X10 di Praga in un docu-spettacolo vibrante e passionale sui rischi delle fragilità delle democrazie moderne.
Sosteniamo i principi della giustizia sociale quando promuoviamo l’uguaglianza di genere, i diritti delle popolazioni indigene o dei migranti. Sosteniamo la giustizia sociale quando rimuoviamo le barriere che le persone devono superare a causa del loro genere, dell’età, della razza, dell’appartenenza etnica, della religione, della cultura o delle disabilità, quando garantiamo accesso a tutti in modo equo alla ricchezza e alle opportunità che una società può offrire.
Vogliamo forse dare ragione a quello scienziato chiamato Albert Einstein?

“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai delinquenti, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare?”

Noi diciamo di no, e voi?